Sabato 13 Dicembre 2014
Saluto la tavola di presidenza e tutti voi presenti. Con l'occasione porto i saluti del nostro Presidente, Franco Banchi, che stamani, per motivi di lavoro, non è presente qua con noi.
Ho con me alcune righe che spero possano, in modo sintetico ma esaustivo, far comprendere la nostra realtà associativa ed i nostri obbiettivi.
L'associazione culturale Area Bianca nasce nel 2003 con lo scopo di programmare e sviluppare tutte quelle iniziative di studio, ricerca, confronto, informazione e comunicazione che, orientate da un'ispirazione cristiana laicamente incarnata, abbiano l'obiettivo di animare l'ambito culturale, sociale, prepolitico e politico con riferimento specifico ai valori, agli ideali, alla storia ed alla progettualità della tradizione democratico-cristiana, così come si è sviluppata in Italia, in Europa e in tutte le articolazioni internazionali. L'Associazione si propone inoltre di dialogare e collaborare con tutti coloro che condividono il comune orizzonte di difesa della dignità della persona umana, di promozione dell'umanesimo integrale, di sostegno ad una sussidiarietà autentica.
Detto questo pare abbastanza chiaro l'obiettivo come la proposta della nostra realtà che vorremmo condividere con tutti voi.
Stamani, se siamo qua tutti assieme, è ovvio che uno spirito di rinnovamento e cambiamento ci spinge ha coalizzarsi in una novità politica per il panorama regionale toscano.
Pertanto non possiamo solo pensare ad un programma elettorale in vista delle prossime elezioni ma dobbiamo, quantomeno, pensare ad un progetto costruttivo e duraturo nel tempo. Un progetto che abbia alla base la parola edificare e non soltanto rottamare.
Per far ciò dobbiamo anche tenere in considerazione che il mondo civico, così predisposto e volenteroso nel creare un nuovo soggetto che contribuisca al governo regionale, deve collaborare con la politica: quella buona.
Ma il nostro progetto ed intento deve divenire anche modello da prendere ad esempio.
Un progetto democratico per la Toscana, non verticistico dove tutti i promotori siano rappresentati democraticamente. Anche il Presidente o candidato dovrà essere selezionato attraverso un confronto paritario, democratico e condiviso.
Fatte queste considerazioni e premesse tengo a sottolineare e porvi 5 punti programmatici condivisi con gli amici di Area Bianca.
Il primo: dobbiamo ripensare la Toscana a livello di e per la famiglia naturale. Il tutto puntando particolare attenzione a quei nuclei più numerosi, disagiati ed in difficoltà economica o fisica.
Il secondo: La cultura. Se l'Italia punta sulla cultura tanto più lo deve fare la Toscana trovando il giusto metodo di collaborazione tra istituzioni, associazioni e realtà private. Una nuova formula di collaborazione che valorizzi il nostro patrimonio creando le condizioni per far si che la cultura sia un nuovo volano dell'economia regionale.
Il terzo: un economia che non tema la concorrenza internazionale ma che guardi a valorizzare il nostro artigianato e la nostra produttività. Noi vorremmo un'economia che non punti a trasformare il nostro territorio a contenitore di grandi centri commerciali. Altresì vorremmo esaltare le nostre caratteristiche e peculiarità territoriali. Il tutto attraverso agevolazioni fiscali reali e coordinate che possano semplificare la nascita di nuovi posti di lavoro. Ma, allo stesso tempo, e necessario formare i nuovi lavoratori in modo ottimale diventando così imprescindibile il rapporto scuola - lavoro
Il quarto: l'artigianato, l'arte, l'agricoltura e tutte quelle maestranze che hanno fatto della nostra regione un luogo unico ed inimitabile nel panorama mondiale. È necessario costituire e ricreare quei luoghi di formazione pratica del lavoro che diano ai nostri giovani la possibilità d'imparare antichi e nuovi mestieri.
Il quinto: la politica. Come già accennato abbiamo l'intenzione di trasformare la nostra esperienza in una pratica dimostrazione che dia valore alla politica ed all'impegno di molti proponendo una democratica partecipazione e nessuna cooptazione. Un reale servizio per i cittadini che possano esprimere democraticamente le loro preferenze senza il timore di vari listini che, di fatto, permettono a molti di essere eletti senza un reale confronto con l'elettorato.